Quando ci si trova a scrivere la musica per un film, un cartone animato o un documentario ci sono diverse questioni da affrontare. Buona parte di queste non può essere affrontata se non con un corso e una formazione musicale dedicata. Qua, oggi, vedremo come fare per riuscire a comporre un brano musicale che vada a sync perfetto con le immagini.
È appropriata una sincronia perfetta tra musica e immagini?
È una delle prime domande da porsi quando si approccia la scrittura di musica per immagini.
A intuito la risposta potrebbe sembrare affermativa, ma se andiamo ad analizzare alcune delle colonne sonore più iconiche della storia del cinema scopriremo che non c’è una risposta che vale per tutto. Nelle scene di azione si tende a sottolineare i momenti salienti e i vari stacchi con una musica cucita addosso al millimetro, ma se proveremo ad ascoltare le musiche di Morricone in Once Upon A Time in America, John Williams in Schindler’s List (per citare due dei tanti capolavori da loro composti) ci accorgeremo che la musica, pur conservando una profonda attinenza alle immagini, è dotata di una personalità propria e non va ad inseguirle, e forse è proprio il motivo per cui musica e immagini si valorizzano così tanto a vicenda.
Possiamo trovare numerosi esempi che vanno in senso opposto anche se, soprattutto nel cinema moderno, si cerca di non esagerare con il sincronismo spinto per non rischiare di sfociare nel Mickey Mousing, ovvero l’utilizzo di uno stile nel quale si sottolinea pressoché ogni stacco e movimento in scena, ricordando appunto i vecchi cartoni di topolino.
Questo articolo non vuole essere un trattato di musicologia, ma era giusto porre in auge la questione. Parliamo ora di come scrivere un brano che si sincronizzi con le immagini (a prescindere dall’opportunità o meno di farlo). Il software di riferimento sarà Logic Pro X.
Prepariamo il progetto
Dando per scontato che la prima cosa da fare in assoluto è vedere il filmato e cercare di capire quali saranno i momenti in cui andrà inserito un contributo musicale, nonché la scelta dello stile, carichiamo il nostro filmato sulla nostra DAW (Logic in questo caso). Per farlo ci basterà trascinare il file all’interno della finestra principale. Ci chiederà se vogliamo che separi l’audio dal video in una traccia a parte, spuntiamo questa opzione.
Possiamo scegliere se utilizzare un unico progetto per tutti i contributi musicali (ipotizzando che siano più di uno) oppure se farne uno separato per ogni momento musicale. Dipende, personalmente se la lunghezza del filmato è contenuta preferisco utilizzare un unico progetto, altrimenti, dopo aver fatto un primo brano, salvo il template e lo richiamo per la creazione di tutti i nuovi progetti, in modo tale da avere un ensemble e un mix di base uguale e coerente per tutti i brani.
Sia che decidiamo di utilizzare un unico progetto, sia che decidiamo di dividere la nostra colonna sonora in più progetti dovremo porre un occhio al timecode, in modo tale facilitare il lavoro di sincronizzazione audio del montatore o del tecnico di post audio.
Io cerco sempre di iniziare a battuta 1, sia per avere i numeri di battuta preservati nel caso volessi scrivere la partitura su Logic (cosa non fondamentale comunque dato che si può impostare un offset nelle battute), sia perché sono un maniaco ossessivo compulsivo e voglio che la musica inizi a battuta 1. Voglio però che a battuta 1 non corrisponda un timecode di 00:00:00 come sarebbe di default, ma quello corrispondente al punto del filmato in esame.
Per fare ciò innanzi tutto tirerò la maniglia del video fino al frame esatto in cui vogliamo parta la nostra musica (per fare un lavoro di fino possiamo muovere la playhead di frame in frame fino a quello giusto con le apposite funzioni rewind/forward one frame, a cui assegnare un key command, dopodiché tasto destro sulla global track movie e Set Movie Start To Playhead). Dopo aver così tagliato il video dove vogliamo che inizi, tasto destro sempre sulla global track “movie” e selezionare Move Movie Region (And SMPTE Position) To Project Start. In questa maniera il nostro video inizierà da dove noi vogliamo che inizi, a battuta 1, e con un timecode che rispetta quello del filmato.
Due parole sul Timecode
Abbiamo parlato di Timecode e di SMPTE. Su Logic Pro X sono due termini che si equivalgono, ma tecnicamente SMPTE sarebbe l’acronimo di Society of Motion Picture and Television Engineers, ovvero la società che ha definito diversi standard in ambito audiovisivo, tra cui appunto il formato del timecode, che serve a definire un video frame per frame, anche da un punto di vista temporale. Il Timecode SMPTE è composto da ore:minuti:secondi:fotogrammi. Utile sapere che in buona parte dei software (tra cui Logic) il timecode iniziale è di 01:00:00:00, questo perchè per sua natura il timecode non può essere negativo, ma può essere necessario iniziare prima dell’inizio vero e proprio di un video, partendo con quel timecode si potrà partire anche da prima.
Perchè è utile sapere tutto questo? Perchè in Logic possiamo scegliere se ancorare un evento alla griglia musicale, o all’SMPTE. Ad esempio, noi possiamo avere una regione audio che inizia alla battuta numero 5. Ipotizzando di avere battute di 4/4 a 60 BPM, battuta 5 corrisponderà al secondo numero 17, quindi al timecode 01:00:17:00. Ebbene, se la regione è ancorata alla griglia musicale, cambiando BPM si sposterà avanti o indietro (aumentando il BPM ad esempio la quinta battuta arriverà prima di 17 secondi). Se la regione invece sarà ancorata all’SMPT non si schioderà dal secondo numero 17, ma andrà fuori tempo rispetto alla griglia musicale. Questo è molto importante non per la musica, ma per tutti gli elementi che devono restare agganciati alle immagini, che per loro natura sono legate all’SMPTE, ovvero alla linea temporale e non alla griglia musicale.
Parlando di musica
Arrivati a questo punto, iniziamo a scrivere la nostra musica. È indubbio che lo stile che sceglieremo ci influenzerà tantissimo per quanto riguarda l’approccio al progetto, le varianti possono essere infinite e tutte dipendono da quello che è il nostro bagaglio musicale e la nostra sensibilità. È indubbio che se il nostro obbiettivo è quello di arrivare con la musica a sottolineare determinati appuntamenti presenti sulle immagini con una precisione che può arrivare anche al singolo frame, un brano con un beat elettronico può essere una scelta poco versatile in quanto meno flessibile da un punto di vista di accelerandi/rallentandi, momenti di sospensione, corone e così via (lungi da me comunque il sostenere che non si possa fare).
Come ci può venire l’ispirazione per dare il la al nostro brano è una cosa molto personale. Io cerco di immaginarmi quello che voglio guardando il video, solo dopo metterò le mani sul pianoforte cercando di seguire le immagini con quella che è la mia idea, per arrivare poi alla fase di arrangiamento/orchestrazione.
1 – Posizioniamo i marker
Una volta però trovata l’idea iniziale sarà bene iniziare a mettere i paletti. Dobbiamo avere un’idea della musica con la quale vogliamo vestire le immagini, e sapere quali sono gli appuntamenti che vogliamo rispettare: i singoli stacchi (cercare un ritmo che vada in sync con gli stacchi principali), un bacio, un pugno, qualsiasi tipo di evento riterremo che dovrebbe essere, magari non sottolineato, ma per lo meno sincronizzato.
A questo punto mi porrò con la playhead nelle vicinanze tutti quei momenti, e muovendola frame per frame cercherò il punto esatto. Una volta trovato inserirò un marker premendo sul pulsante + della global track. Creato il marker andiamo sul List Editor, e nella sezione marker troveremo tutti quelli che abbiamo messo. È importante che li ancoriamo all’SMPTE e per fare ciò clicchiamo sulla prima colonna in corrispondenza del nostro marker. Così facendo comparirà un lucchetto ad indicare che è bloccato. In questo modo i cambi di tempo che faremo non andranno a spostare i marker che abbiamo posizionato.
Solitamente i marker posizionati su un taglio li chiamo genericamente cut, agli altri una didascalia molto veloce (schianto, pugno, viso, cose così).
2 – Scegliamo metrica e BPM
Ora il nostro obbiettivo è far sì che i battiti e gli accenti della nostra musica corrispondano il più possibile con i marker posizionati. Iniziamo con il suonare il nostro brano al BPM che ci sembra più congegnale.
A questo punto probabilmente molti marker cadranno in prossimità del beat da noi scelto. A questo punto abbiamo molte opzioni diverse per cercare di farli combaciare. Parlando a livello generale, sui vari cut possiamo accontentarci di farli coincidere col beat senza la pretesa di farli cadere a inizio battuta. Aumentiamo allora, o diminuiamo il BPM per muovere rispettivamente in avanti o indietro il nostro marker rispetto al punto in cui lo vorremo trovare. Tutte queste operazioni sarà bene farle attraverso la global track del tempo, dato che lo automatizzeremo molto. A seconda della velocità e della distanza tra due marker, ci accorgeremo che una variazione minima di BPM può portare ad un grande spostamento; più essere utile quindi talvolta modificare il tempo anche tra due tagli di montaggio diversi, un aggiustamento di pochi BPM potrebbe essere impercettibile all’ascolto, ma contribuirà a far andare la musica a tempo con le immagini.
Se invece ci troviamo in una situazione in cui vogliamo che la nostra musica vada a cadere in un punto ben preciso (quindi tendenzialmente in corrispondenza del primo battito di una battuta o dopo la conclusione di una serie di battute che vanno a formare un period musicale) allora le opzioni sono diverse.
Possiamo pensare di modificare momentaneamente la metrica ad esempio, una scelta che a me piace molto perché aiuta a trovare nuove idee competitive che magari vanno a dare un po’ di freschezza alla nostra composizione.
Proviamo a inserire un rallentando o un accelerando, se non addirittura una corona per avere un rallentamento più marcato e repentino che poi lascia che torni tutto a tempo subito dopo. Possiamo pensarli lunghi o brevi, possiamo fare una curva logaritmica o in modo lineare, insomma, ci sono mille modi diversi per fare una variazione di tempo, che anche in questo caso contribuisce a dare la sensazione di realismo. Parlo di realismo perché do per scontato che molti compongano utilizzando esclusivamente virtual instrument, ma ne parleremo più avanti.
Possiamo, infine, pensare di aggiungere battute al nostro period. Ad esempio, un giro musicale generalmente ha un numero di battute pari, spesso e volentieri formato da 4, 8 o 16 battute. Ebbene, scombinarlo aggiungendo in coda delle battute per poi cadere precisi in un determinato punto, oppure toglierle e sfruttare una nota perno per troncare la nostra frase facendola coincidere con l’inizio di una nuova, sono tutti escamotage utili per uscire dalla monotonia, e seguire bene le immagini.
Virtual instrument, strumenti reali ed esecuzione
Senza dilungarci troppo su un argomento di questo tipo, è chiaro che avere la possibilità di registrare il maggior numero possibile di strumenti reali è sempre la migliore delle ipotesi, ma non sempre percorribile, per questioni di tempistiche e di budget; ora come ora c’è la tendenza di molti a utilizzare esclusivamente solo virtual instrument. In un altro articolo ne parlerò più approfonditamente per quanto riguarda il risultato sonoro, ora come ora però soffermiamoci sull’esecuzione.
Avendo la possibilità e la capacità, il mio consiglio è di suonare tutte le parti con una tastiera (laddove non sia possibile registrarle con uno strumento vero si intende). Tutte le variazioni di BPM di cui si parlava prima saranno meno percepibili, la dinamica data dall’esecuzione umana contribuirà a dare un suono più realistico (se le librerie utilizzate sono di buona qualità). Si farà poi sempre in tempo a quantizzare alcune cose, cercando però di non impostare la quantizzazione al 100% ma per non vanificare l’esecuzione umana.
In conclusione
Questi sono gli step che, in linea di massima, seguo quando scrivo musica da applicare alle immagini. Non esiste un modo corretto per farlo, quindi ognuno potrà avere il suo approccio personale, questo è quello con il quale mi trovo meglio in determinate situazioni.
Buona musica, e non esagerate con i sync espliciti o il tutto potrebbe risultare eccessivo.
Filippo Ferrari